Se c’è un particolare che caratterizza la città veneziana di Murano quello è senz’altro l’arte del vetro, in tutto il mondo conosciuto come il vetro di Murano. Ma quali sono le origini del vetro, in particolare di quello di Murano? Scopriamolo sotto!
Le origini del vetro
Sulle origini esatte del vetro ci sono molte incertezze spesso confinanti con la leggenda. La sua comparsa sulla scena non è collocata in una regione particolare o in una data o periodo esatto.
Le prime notizie sul vetro ci sono state tramandate dagli storici greci e latini grazie ai loro scritti. Si ritiene che nel III millennio a.C. gli antichi Egizi fossero in grado di produrre smalti vetrosi per imitare le pietre o coprire gli oggetti di oreficeria. E si sa che proprio loro diffusero l’arte di ottenere prodotti vetrosi in tutti i paesi del Mediterraneo.
Una svolta decisiva nell’arte vetraria ci fu con l’invenzione della canna da soffio, che rivoluzionò la tecnica di fabbricazione del vetro e ne allargò il campo delle applicazioni.
Secondo alcuni autori questa rivoluzione avvenne in Siria nel I sec. a.C., e Plinio il Vecchio fornisce ampie notizie sullo sviluppo dell’arte vetraria in tutti i paesi del mondo allora conosciuto, compreso il largo favore di cui godeva il vetro nella civiltà romana.
L’arte del vetro di Murano, la storia
La storia del vetro di Murano inizia nel Medioevo quando il prestigio della produzione del vetro era tenuto alto da Venezia, tanto che nel 1291 fu emanata un’ordinanza del doge di concentrare tutte le numerose vetrerie già esistenti nell’isola di Murano. Un successo tale che ancora oggi i prodotti dei vetrai muranesi sono rinomati in tutto il mondo.
Il nome stesso di Murano è una sola cosa con l’arte del vetro. Non si sa anche qui con esattezza quando l’arte del vetro sia sorta sulle isole della laguna ma col decreto del 1291 si può dire che iniziò la vasta attività dei maestri vetrai muranesi, divenuta famosa nei secoli.
L’isola di Murano cominciò così a godere di privilegi e prerogative speciali: per esempio le figlie dei maestri vetrai potevano sposare i patrizi veneziani. La produzione del vetro divenne anche regolata da un severo statuto, detto “Mariegola dei Fioleri de Muran”, che doveva servire a impedire che i maestri muranesi portassero i segreti dell’arte vetraria fuori da Venezia.
Le fonti storiche ci tramandano i nomi dei primi vetri creati, come i “mocolli” (bicchieri tronco-conici), le “angastarie” (le bottiglie domestiche dal collo lungo), le “bucae” (bottiglie da taverna).
I primi esemplari di vetro di Murano
I più antichi esemplari superstiti di vetro di Murano risalgono alla metà del Quattrocento mentre il Cinquecento è il periodo d’oro dei maestri muranesi, che realizzarono un tipo di vetro colorato (rosso rubino, verde smeraldo, azzurro cobalto) soffiato in semplici forme, talvolta dipinti a smalto con scene sacre e profane i cui disegni venivano forniti da artisti celebri.
Una portentosa creazione nella storia dell’arte del vetro di Murano fu la coppa di vetro blu detta dell’Adorazione dei Magi (custodita al Museo Civico di Bologna) risalente alla metà del XV sec. e tradizionalmente legata al nome di Angelo Barovier, che è anche il presunto autore della coppa nuziale custodita nel Museo dell’arte vetraria di Murano.
Il cristallo veneziano
Ma la maggior gloria dei maestri muranesi è soprattutto la tecnica del vetro incolore lavorato sino a diventare trasparente, il cosiddetto “cristallo veneziano”, accanto a quella dei vetri imitanti le pietre dure, come agata e diaspro, dei vetri a filigrana e di altre particolari tipologie.
A Murano è stata prodotta una nutrita varietà di vetri anche sotto forma di animali, navi e strumenti musicali accanto a calici e a elaboratissimi elementi policromi.
Caduta e rinascita del vetro di Murano
Con la caduta della Repubblica di San Marco e lo scioglimento della corporazione dei Verieri cessò la produzione vetraria di Murano, che solo nella seconda metà dell’Ottocento a opera di Antonio Salviati affrontò una lenta rinascita, trasformata in rinnovamento col decorativismo Liberty all’inizio del XX secolo.
Esemplari famosi di quest’arte si conservano nel Museo dell’arte vetraria dell’isola, fondato nel 1861 dall’abate Vincenzo Zanetti, riordinato nel 1932 e arricchito delle raccolte vetrarie del Museo Correr.
La mostra d’arte contemporanea a Murano
All’arte del vetro di Murano è dedicata la mostra “Empathic – Discovering a Glass Legacy” presso la sede di Punta Conterie, una galleria nel cuore di Murano dedicata alla creatività internazionale e all’enogastronomia contemporanea.
Una collettiva di arte contemporanea che presenta installazioni e pezzi in edizione limitata realizzati da Ini Archibong, GamFratesi, Elena Salmistraro, Marc Thorpe e altri invitati dal curatore della mostra, Luca Nichetto – presente lui stesso con un’installazione – a confrontarsi con il vetro di Murano in modo libero e senza condizionamenti.
Obiettivo della mostra quello di ideare, progettare e sperimentare in maniera empatica la materia vetrosa nelle sue molteplici forme.
La mostra, dove e quando
Empathic – Discovering a Glass Legacy, 11 settembre 2021 – 10 aprile 2022, Punta Conterie, via Fondamenta Giustinian 1, Murano, Venezia. Ingresso gratuito.
2 COMMENTS
Keep Calm & Drink Coffee
3 anni agoUna mostra sicuramente molto importante: per la straordinaria bellezza delle opere ovviamente, per le quali io ho un debole che affonda radici indietro nel tempo, ma anche per il periodo di particolare difficoltà che incontrano le vetrerie, alcune delle quali hanno paventato il rischio di chiusura definitiva, a causa degli esorbitanti aumenti dei costi per l’energia necessaria a mantenere i forni accesi 24 ore su 24 come necessario.
Maria
3 anni ago AUTHORSi infatti, spero che questa mostra sia un incoraggiamento in tal senso. Il vetro di Murano poi è una delle eccellenze italiane e come tale va tutelato.